MASSIMO CIARLORA

Difensore
Nato a Roma il 7 maggio 1983
Esordio in A: -

2000-01 LAZIO A 0 0 0 0
2001-02 PERUGIA A 0 0 0 0
2002-03 PERUGIA A 0 0 0 0
25 2003-04 PERUGIA A 0 0

(legenda)

Ha già indossato le maglie di Roma e Lazio, ma è con quella del Perugia che oggi si sta affermando all’attenzione di tutti. Massimo Ciarlora, difensore romano della Primavera umbra, sta scalando posizioni su posizioni nella “montagna” del grande calcio. La vetta è ancora lontana, ma la grinta necessaria per salire fin lassù è una delle doti che di certo non gli mancano. «Oggi sono felice – afferma il 18enne biancorosso - perché pian piano sto tornando ai miei livelli. Ho sofferto, lottato, ma ora che mi sono guadagnato un mio spazio, non voglio tornare indietro». Già, perché l’inizio di stagione non era stato certo dei migliori. Durante il ritiro estivo si era strappato, ma nessuno se n’era reso conto. Si pensava ad una semplice contusione e così Massimo ha continuato a giocare (peggiorando le cose). Una volta tornato nel capoluogo umbro, un’ecografia ha però svelato la verità: calcificazione di 15 centimetri e stop di quattro mesi. «È stata dura, ma per fortuna ora è tutto passato» dice sorridente.

Difensore capace di ricoprire sia il ruolo di centrale, sia quello di esterno (e che, per di più, gioca con entrambi i piedi), Massimo ha dato i suoi primi calci ad un pallone a Mostacciano, con una donna come allenatore. Da lì, poi, due anni nell’Olimpica Juve (dove al “Flaminio” ha vinto da capitano il torneo Aquilotto) e successivamente il trasferimento alla Roma: «In giallorosso sono rimasto per cinque stagioni, imparando molto da Orlando Semproni. Giocavo con i vari Bovo, De Rossi, Pepe, tutti ragazzi a cui sono rimasto legatissimo». L’ultimo anno però si rompe qualcosa. Ciarlora gioca poco ed allora decide di raggiungere all’Atletico 2000 Semproni. Un’altra stagione d’oro (con convocazione nella rappresentativa regionale) e gli occhi della Lazio subito addosso. Per Massimo, laziale da sempre, è un sogno che si avvera: «Già, sono cresciuto in un feudo romanista, ma il mio cuore è rimasto sempre biancoceleste. Quando ho saputo che sarei finito alla Lazio mi è sembrato di toccare il cielo con un dito». Due stagioni negli Allievi con Oddi e una nella Berretti, con Fratini. Poi la Lazio decide di lasciar liberi molti ragazzi e Ciarlora è uno di questi. «Avevo capito che se avessi voluto giocare a pallone, avrei comunque dovuto provare altre strade. A Perugia ora sto bene. L’impatto iniziale non è stato facile, anche perché eravamo 40 giocatori, di cui molti stranieri. Poi l’infortunio ha complicato tutto, ma non mi ha impedito di partecipare al Viareggio (dove nella presentazione Massimo ha rappresentato gli umbri, ndr). In quell’occasione mi sono sentito per la prima volta importante. Un’emozione indescrivibile, quasi magica».

Ora Ciarlora è in rampa di lancio e sembra che anche lo staff della prima squadra lo stia tenendo d’occhio. Dovesse “sprecare” a breve una dedica, lo farebbe sicuramente per papà Corrado e mamma Rossella («mi hanno seguito ovunque, assecondandomi in ogni mia scelta»). Il sogno nel cassetto invece no, quello porta da altra parti… «Un giorno mi piacerebbe giocare con Nesta, il mio idolo. Chiedo troppo?». Forse, dipende anche se il capitano resterà alla Lazio. «Non fa niente – conclude Massimo – vorrà dire che lo andrò a cercare ovunque vada».

(Andrea Pugliese - La Gazzetta dello Sport - aprile 2002)